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Fatḥiyya Aḥmad la cantante dimenticata.

Divenne celebre come la cantante di due Paesi, Egitto e Siria.

All’inizio del XX° secolo la sua voce era una delle più influenti del mondo arabo.

Immersi nel flusso incessante del tempo, spesso ci dimentichiamo di coloro che hanno segnato la storia della Musica Egiziana.

Tra di essi c’è Fathiyya Ahmad, una voce che per anni è stata alla pari di Asmahan e Oum Koulsoum, le icone indiscusse dell’età dell’oro della musica araba.

Eppure, oggi Fathiyya è stata dimenticata, cancellata dalla memoria collettiva.

È una storia che suscita un forte rimpianto, perché è un destino ingiusto per un talento così eccezionale. La sua voce si è persa nel tempo, sebbene abbia toccato il cuore di molti spettatori.

La storia di Fathiyya Ahmad è un monito a non dimenticare mai gli artisti che hanno reso grande la cultura del proprio Paese.

 

Una famiglia di artisti

Fathiyya si distingueva per il suo stile di canto caratterizzato da una voce potente, melodiosa e capace di esprimere decisione e risolutezza, nonché per la sua abilità di diversificare, colorare e sfumare le varie forme liriche.

Proveniente da una famiglia di artisti, suo padre era un cantore noto come lo sceicco Ahmed Al Hamzawy, mentre le sue tre sorelle erano celebri cantanti per la bellezza della loro voce.

 

Inizi di carriera

Fatḥiyya Aḥmad si è formata a livello artistico per mano di grandi compositori, tra cui lo sceicco Abu Al-Ela Muhammad.

Fu Najib al-Rihani, negli anni ’20 del XX° secolo,  a scoprire il suo talento e a darle l’opportunità di cantare e recitare, aprendole le porte della fama e del lavoro con grandi compositori. In seguito, divenne la protagonista del celebre locale di Badi’a Masabni, dove si esibiva regolarmente.

È stata tra le prime voci femminili a lavorare alla radio egiziana nel 1934 e la sua voce unica ha accompagnato diversi film egiziani, cantando sia durante i titoli di coda che nei momenti più intensi.

In quel periodo, Fatḥiyya Ahmed ampliò il suo repertorio includendo il genere mawal, che Umm Kulthūm non cantava.  La sua bravura in questo genere musicale era tale che riusciva a eseguirlo senza bisogno di preparazione preliminare.

Tuttavia, alla fine degli anni Venti, decise di ritirarsi temporaneamente dal mondo della musica per dedicarsi alla famiglia e i suoi fan attesero con ansia il suo ritorno.

Dopo il suo ritorno sulle scene continuò a cantare fino agli anni ’50 del XX° secolo, diventando una delle tre cantanti più celebri dell’Egitto insieme a Munira al-Mahdiyya e Umm Kulthum.

 

 

La cantante dei due Paesi

La cantante era conosciuta come la “cantante di due Paesi” (“Mutribat al Qutrayn”) per il successo delle sue esibizioni in Egitto e nel Levante.

Pur avendo ricevuto una scarsa istruzione formale, Fatḥiyya era dotata di grande talento naturale nella recitazione di poesie difficili, riuscendo a pronunciarle con estrema precisione.

 

 

Ha cantato per i maggiori compositori e autori

Innumerevoli le sue collaborazioni con i migliori compositori dell’epoca, tra cui Sayed Darwish, Zakaria Ahmad, Ahmad Sabri, Daoud Husni, Riad al-Soumbati e Farid el-Atrache.

Tra le melodie di  Sayed Darwish ricordiamo “Talaat Ya Mahly Nurha”.

Una delle sue canzoni più famose, composta da Zakaria Ahmed, è la canzone “Ya Halawat al-Dunya” dalle parole di Bayram al-Tunisi, e la cantò nell’operetta “The Day of Resurrection” nel 1945.

 

 

L’oblio

Dopo un graduale allontanamento dalle scene cadde nell’oblio.

Molteplici i fattori che spinsero Fatḥiyya  ad abbandonare la scena musicale.

Da un lato l’aggravarsi della sua salute a causa di una malattia, dall’altro l’influenza di Umm Kulthum nel panorama musicale egiziano dell’epoca aveva iniziato a limitare le opportunità di successo per altre cantanti. Inoltre, una disputa con il direttore della radio egiziana, dove aveva lavorato negli anni ’30 del secolo scorso, influì  sulla sua decisione di ritirarsi.

Morì nel 1975 lontana dalle luci della ribalta.

A differenza della celebre cantante egiziana Umm Kulthum, che scomparve nello stesso anno, la sua morte non ebbe molta risonanza e fu accompagnata da un modesto funerale a cui parteciparono solo pochi membri della sua famiglia.

 

Cantò dagli anni ’20 agli anni ’50 del secolo scorso. Regina indiscussa dell’arte del mawwal, lavorò con i maggiori compositori del suo tempo, come Sayed Darwish, Abu Al-Ela Muhammad, Zakaria Ahmed, Muhammad al-Qasabji e Riyadh al-Sunbati.

Fathiyya Aḥmad la cantante dimenticata

Akram Rayess, cofondatore di AMAR e ricercatore in etnomusicologia, ha creato una fan page per celebrare l’artista. “…nonostante abbia cantato quasi tutti i generi, c’è molta ingiustizia nei confronti della sua eredità, nessuno studio serio e completo sul suo canto e sulla sua arte, nemmeno un inventario delle sue canzoni” ha detto Rayess in una intervista ad Ahram Online.

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