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Libri&Cultura

“Viaggio sul Nilo. Sulle tracce di Agatha Christie" Conferenza di Sherif El Sebaie, con la partecipazione dell'Associazione Artemide Danza Egiziana Il 14 maggio alle 18:00, nel suggestivo scenario del Circolo dei Lettori di Torino, l'Associazione Artemide Danza Egiziana porterà in scena il fascino della danza folkloristica egiziana. La nostra partecipazione fa parte integrante della conferenza "Viaggio sul Nilo. Sulle tracce di Agatha Christie" condotta da Sherif El Sebaie, rinomato studioso ed esperto di cultura egiziana. Inserita nell'ambito delle iniziative "La strada per Tebe passa da Torino", che celebrano il bicentenario del Museo Egizio di Torino, la conferenza di El Sebaie offrirà uno sguardo approfondito sulla storia del viaggio sul Nilo, seguendo le tracce di viaggiatori, scrittori, avventurieri e archeologi dell'Ottocento. Sarà un'opportunità unica per immergersi nelle atmosfere del periodo, guidati dalla sapienza e dalla passione di Sherif El Sebaie. L'intero evento sarà arricchito da

“Vicolo del mortaio” di Nagib Mahfuz Ricordi da "DanceBook" danza e letteratura al Circolo dei Lettori di Torino anno 2006. "Il Vicolo del Mortaio, come si vede ancora da molti segni, è stato una delle meraviglie dei secoli passati e un tempo ha brillato come un astro fulgente nella storia del Cairo. Quando? All’epoca fatimita, oppure in quella dei Mamelucchi o dei Sultani? Lo sanno solo Dio e gli archeologi

Frammenti da una conferenza su Oum Kalthoum "Entrava in scena con un vestito bianco, un vestito giallo, un vestito verde, la gente gettava il proprio cuore su di lei, li teneva a lungo nel suo calore, senza più fiato. A mezzanotte, quanto il programma annunciato finiva, aveva ancora voglia di cantare, attaccava con Ya Zalimni, Tu che mi tiranneggi, una lunga poesia che avevo composto per lei quindici anni prima, o allora con Amal Hayati, Speranza della mia vita, la second canzone di Muhammad. Questa parte del concerto era per il piacere, veniva concessa qualsiasi improvvisazione. Il pubblico si toglieva la giacca e si tirava su la gallabiyya. L'idolo avrebbe cantato lo sconforto di tutti e immergendocisi lo avrebbe dissolto. Sapeva che il popolo arabo sarebbe rimasto incollato alle radio, che le strade sarebbero state deserte, che i dirigenti avrebbero evitato